La terapia fotodinamica (in inglese PhotodynamicTherapy o PDT) è un trattamento dermatologico che permette di intervenire per la cura di diverse condizioni patologiche o estetiche a carico della pelle: acne, lesioni dovute a fotodanneggiamento o a invecchiamento cutaneo, cheratosi attiniche o solari del viso o del cuoio capelluto, lesioni pre-tumorali e tumori cutanei non-melanoma (in inglese Non-Melanoma Skin Cancer o NMSC). La terapia fotodinamica si basa sulla luce LED e sull’applicazione di una sostanza fotosensibilizzante sotto forma di crema. Applicata sulla pelle, la crema innesca una reazione ossidativa solo nelle cellule dell’epidermide patologiche causandone l’eliminazione e favorendo la sostituzione con cellule nuove.
INDICAZIONI
- trattamento di lesioni pre-tumorali: cheratosi attiniche del viso e del cuoio capelluto
- trattamento non chirurgico di lesioni tumorali: carcinoma basocellullare, carcinoma a cellule squamose (malattia di Bowen)
- danni da esposizione al sole (fotodanneggiamento) a volto, decolletè e mani
- acne
Due piccoli tumori del labbro prima (in alto a sx), 4 giorni dopo la PDT (in alto a destra), 14 giorni dopo la PDT (in basso a sinistra), 1 mese dopo (in basso a destra).
Fonte: Grant et al, Int J Cancer 1997;71:937–942 |
Come funziona la terapia fotodinamica?
La terapia fotodinamica consiste nell’applicazione di una crema a base di acido aminolevunico sulla pelle, in corrispondenza della lesione, subito coperta con un bendaggio per permettere che la sostanza raggiunga le cellule danneggiate. La molecola utilizzata, infatti, interagisce esclusivamente con le cellule più “instabili” favorendo una reazione ossidativa che grazie alla successiva applicazione della luce (una luce rossa a Led) le distrugge. L’esposizione alla luce rossa dura dieci minuti.
Quali sono i pro e i contro del trattamento?
I pro della terapia sono da attribuire all’efficacia in molte condizioni, alla non invasività e al basso rischio di effetti collaterali rispetto ad altri trattamenti di maggiore impatto sull’organismo.
Gli effetti collaterali sono generalmente poco frequenti e correlati al tipo di lesioni e alla loro profondità. L’effetto collaterale più frequente è il bruciore/dolore durante l’esposizione alla luce. In alcuni casi la pelle rimane infiammata per alcune settimane.
È un trattamento doloroso o pericoloso?
Il trattamento viene considerato un’alternativa più tollerata rispetto ad altre terapie mediche e come ogni procedura non è priva di rischi, anche se molto contenuti. Durante il trattamento è possibile avvertire una sensazione di bruciore/dolore. Essa deriva proprio dall’azione fototossica che elimina selettivamente le cellule danneggiate. È sufficiente sospendere momentaneamente la terapia, per riprenderla dopo l’attenuazione del dolore. Nelle 24 ore successive si possono manifestare bruciore e prurito, solitamente solo transitori, e talvolta gonfiore o edema. Si tratta di sintomi destinati a scomparire da soli nel giro di una o due settimane. Se modesti è sufficiente l’utilizzo di impacchi decongestionanti, quando più intensi si può ricorrere agli antidolorifici. In ogni caso è bene riferire al medico ogni manifestazione seguita al trattamento
Quali pazienti possono sottoporsi al trattamento?
La Terapia Fotodinamica è generalmente efficace e ben tollerata da tutti i soggetti. È controindicata in pazienti con fotosensibilità, porfiria o xeroderma pigmentosum e in coloro che hanno ricevuto un trattamento con acido retinoico nel mese precedente.
Sono previste particolari norme di preparazione?
I pazienti che devono eseguire il trattamento devono evitare l’uso di cosmetici, trucchi, lozioni, creme e deodoranti nella parte interessata a partire da tre giorni prima del trattamento. Al paziente viene poi applicata la crema con acido aminolevunico sull’area del trattamento, che viene bendata. Completata questa operazione il paziente deve attendere circa tre ore per permettere alla crema di penetrare nella cute e di interagire con le cellule danneggiate. In questo periodo il paziente non deve fare attività fisica e non deve fumare. In alcuni casi, è necessario un pre-trattamento delle lesioni cheratosiche eliminando le crosticine più voluminose che ostacolerebbero l’azione della crema.