La pelle sotto una nuova luce

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Il dottor Marco Pignatti è l’unico in provincia di Modena e Reggio Emilia ad utilizzare tutte le possibili radiazioni luminose, dall’ultravioletto all’infrarosso, per trattare patologie e inestetismi della pelle: un approccio innovativo, efficace e non invasivo.

La pelle sotto una nuova luce

La cura ora arriva dalla luce. Potenti alleati, i colori, possono correre in nostro aiuto e guarire numerose patologie della nostra pelle. A credere e a scommettere sugli effetti benefici e terapeutici delle sorgenti luminose è il dermatologo carpigiano Marco Pignatti. “Da anni – spiega – studio l’affascinante correlazione tra radiazioni luminose e benessere. Da sempre, infatti, amo curare in modo poco invasivo, selettivo, ricorrendo il meno possibile alla farmacologia. Naturalmente non mi riferisco né alla cromoterapia né agli effetti positivi esercitati dalla luce solare, troppo spesso demonizzata, bensì agli utilizzi terapeutici della luce proveniente da diverse sorgenti e colori in ambito dermatologico”.

La luce è come una melodia, “come una nota, ogni sorgente luminosa emette una luce caratterizzata da lunghezza d’onda (ciò che comunemente chiamiamo colore), durata e intensità. La combinazione di questi tre elementi determinano un effetto biologico preciso su cellule e tessuti”. Variando anche solo un parametro, la musica può mutare del tutto: “la mia passione per la fototerapia è partita dall’ultravioletto ed è arrivata all’infrarosso, passando per quasi tutti i colori dell’arcobaleno”, sorride il dottor Pignatti.

Che la luce sia un nutrimento indispensabile al corpo e alla psiche, come l’aria, l’acqua e il cibo è una realtà, ma quali sono le patologie che la fototerapia può curare o lenire?

“Le patologie sulle quali si può intervenire in modo mirato sono numerose: psoriasi, vitiligine, eczemi, angiomi, fragilità capillare, couperose, macchie e cheratosi (ispessimenti cutanei) provocate dal sole, cheratosi attiniche e tumori delle pelle (non melanoma). In ambito estetico poi, la luce può essere un utile alleato nella depilazione definitiva e nella rimozione di tattoo e nel fotoringiovanimento”.

L’interesse del dottor Pignatti per la fototerapia è nato già durante la specializzazione: “ricordo che stavo studiando gli effetti dei raggi ultravioletti sulle cellule della pelle nel laboratorio di ricerca del Prof. Carlo Pincelli quando uscirono i primi pannelli per la Fototerapia con UVB a banda stretta capaci di curare malattie importanti come psoriasi, vitiligine, dermatite atipica ed eczemi senza utilizzare farmaci per sensibilizzare la pelle. Appena specializzato, Insieme a un amico, comprai alcuni pannelli UVB e iniziammo a diffondere questa terapia in diversi ambulatori, da Piacenza a Rimini”.

Questa terapia potrebbe sembrare una semplice evoluzione dell’elioterapia, una delle forme più antiche di cura, invece il laser sembra sempre una terapia “futuristica”. Quali vantaggi ha?

“Una sorgente eccitata da un fascio di elettroni può emettere una luce monocromatica molto concentrata e intensa. Ogni colore ha un preciso bersaglio nella pelle e ciò ha reso possibile trattare in modo selettivo numerose problematiche e inestetismi della cute, senza danneggiare le strutture vicine”.

Può farci qualche esempio?

“Il laser verde, ad esempio, viene assorbito selettivamente da tutti i bersagli rossi e, di conseguenza, viene impiegato per trattare angiomi, capillari e teleangiectasie. Il raggio di luce verde penetra sotto la pelle e, all’interno del vaso sanguigno, viene captato dall’emoglobina la quale viene scaldata a una temperatura così elevata da far foto-coagulare immediatamente il sangue. Esiste poi la luce pulsata, ovvero un fascio contenente diverse lunghezze d’onda dal giallo all’infrarosso, che viene assorbita molto bene dai pigmenti scuri dei follicoli dei peli e, infatti, si utilizza per l’epilazione. Il laser Q-switched, invece, ha due lunghezze d’onda e, a differenza del laser monocromaticodi cui una identica al Laser Verde, ma si caratterizza per un impulso brevissimo (siamo nell’ordine di un milionesimo di secondo) e, quindi, può essere assorbito solo da bersagli molto carichi di colore come i pigmenti impiegati per fare tatuaggi e le macchie scure provocate dall’esposizione solare, senza scaldare e danneggiare in alcun modo la pelle intorno. Uno dei Laser utilizzato da più tempo in dermatologia è il laser a CO2, la cui lunghezza d’onda è invisibile all’occhio umano, capace di far vaporizzare l’acqua, e quindi le cellule bersaglio, istantaneamente senza danneggiare le zone vicine alla lesione. Questo tipo di laser si utilizza per rimuovere, senza chirurgia, nevi, cisti, verruche e cheratosi”.

L’ultima frontiera è rappresentata dalle lampade a Led: quali i benefici derivanti dal loro impiego?

“Tali lampade emettono una luce quasi monocromatica come quella del laser ma, anziché essere caratterizzate da un fascio sottile e potente, permettono di trattare una superficie molto più ampia e, a seconda del loro colore o delle combinazioni cromatiche, di aggredire numerose patologie differenti. La luce rossa, ad esempio, è usata per la terapia non chirurgica delle cheratosi attiniche e dei tumori cutanei (non melanoma), per stimolare la produzione di collagene nel fotoringiovanimento e la crescita dei capelli. La luce blu è efficace nel trattamento dell’acne, mentre quella gialla, unita all’infrarosso, ha un potente effetto antinfiammatorio e migliora la guarigione delle ferite”.

La pelle è il primo specchio della nostra salute. L’impiego della luce per renderla sana e bella, evitando, qualora sia possibile, metodiche invasive, rappresenta un approccio del tutto innovativo e in continua evoluzione. Il dottor Marco Pignatti (che lavora a Carpi, Rio Saliceto, Rovereto di Novi e Riccione) è l’unico in provincia di Modena e Reggio Emilia ad utilizzare tutte le possibili radiazioni luminose, dall’ultravioletto all’infrarosso, per trattare patologie e inestetismi della pelle.

(L’intervista uscita oggi sul settimanale Tempo.)

Italdenim, come si produce un denim senza sostanze tossiche | LifeGate

Sono sempre più frequenti le dermatiti da contatto ai tessuti e ai coloranti tessili.
Un segnale positivo, per la salute e per l’ambiente, da un’azienda italiana.

http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/italdenim-come-si-produce-un-jeans-senza-sostanze-tossiche

Bob Marley non avrebbe dovuto morire di melanoma

Bob Marley oggi dovrebbe festeggiare il suo 71 ° compleanno. Invece, il cantante giamaicano, musicista e compositore morì di melanoma nel 1981, quando aveva solo 36 anni.

E’ facile capire come abbia potuto trascurare i segnali di pericolo. Sono le persone con pelle molto chiara quelle più a rischio di tumori della pelle. Quando gli apparve una macchia scura sotto un unghia, Marley l’avrà attribuita ad un recente infortunio calcistico. Probabilmente non avrebbe mai immaginato che potesse essere nulla di grave, ma quella macchia si è rivelata essere una forma aggressiva di cancro della pelle chiamato Melanoma Acrale Lentigginoso.

La pelle scura è a rischio?

Mentre la maggior parte dei melanomi sono causati dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette (UV) del sole o dalle lampade abbronzanti, questo tipo, che si sviluppa sulla pelle glabra, come sotto le unghie, sulle piante dei piedi o i palmi delle mani, è più probabilmente causato da fattori genetici. In questa forma, di per sé rara, l’incidenza è più alta nelle persone di colore.

Se il cancro di Marley fosse stato diagnosticato all’inizio, avrebbe potuto essere trattato e probabilmente guarito. Invece il suo melanoma, o le sue metastasi, si è diffuso ad altre del suo corpo e  ha tragicamente tagliato la sua breve vita. I progressi nel trattamento del melanoma oggi probabilmente avrebbero potuto salvare o prolungare la sua vita.

Quando controllare la vostra pelle?

Ricordare Bob Marley è un promemoria che chiunque,  di qualsiasi età o colore della pelle, è in grado di sviluppare un melanoma. Ecco perché è così importante notare eventuali cambiamenti nella vostra pelle. Se un neo è nuovo, cambia, spesso sanguina, non guarisce o semplicemente vi sembra “brutto” a voi, diciamo “get up, stand up” e fatelo controllare.

(Fonte: http://www.skincancer.org)

Vedi anche

Psoriasi e intestino

Iniziano a parlarne i quotidiani, ma sempre nella “vecchia” ottica di cercare il cibo “nemico”, ieri era la carne di maiale, oggi il glutine e i latticini.

Il punto non è “quale” cibo ma iniziare ad ammettere che la malattia nasce dall’infiammazione intestinale.

http://www.corriere.it/salute/speciali/2014/psoriasi/notizie/tra-psoriasi-glutine-c-relazione-complicata-fc860158-c049-11e5-a781-c1871777b86c.shtml